venerdì 13 dicembre 2013

E' nata la nuova sezione Psicofilm!


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Appena pubblicato: PRISONERS | PRIGIONIERI, trama e breve commento a cura della dott.ssa Giorgia Aloisio.

Buona lettura!

Lo Staff.

giovedì 5 dicembre 2013

Disturbi Alimentari: si ammalano sempre più adolescenti!


La Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza (SIMA) delinea un quadro davvero allarmante: “due milioni di adolescenti italiani soffrono di disturbi del comportamento alimentare (DCA)”. Questo è il risultato dell’incontro nazionale che si è tenuto a Bologna nei primi giorni di questo mese. Inoltre, da una ricerca dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è emerso che le patologie di tipo anoressico e bulimico rappresentano la seconda causa di morte tra gli adolescenti, dopo gli incidenti stradali.
Dagli studi di quest’ ultimo anno è emerso come si sia abbassata notevolmente l’età di insorgenza dei problemi del comportamento alimentare: nel 40% dei casi si manifestano tra i 15 e i 19 anni ma sempre più spesso i sintomi sembrano comparire già tra gli 8 e i 12 anni. A soffrirne sono soprattutto le ragazze ma anche il numero di ragazzi affetto da tale disturbo è in aumento. Insomma: sempre più adolescenti si ammalano di disturbi del comportamento alimentare.
Indipendentemente dal sesso, in questi ragazzi si può osservare una crescente ed esagerata preoccupazione per il cibo, ossessione per il proprio peso che spesso porta a diete estreme, dispercezione corporea, eccessiva attenzione al proprio corpo, esagerata ed incontrollata attività fisica. A questi comportamenti si aggiungono poi repentini cambiamenti emotivi, irritabilità, tristezza, sentimenti di colpa e di vergogna, ipersensibilità verso qualsiasi tipo di critica, ritiro sociale e relativo isolamento. I disturbi del comportamento alimentare o disturbi alimentari psicogeni (DAP) comprendono l’anoressia nervosa, la bulimia, il binge eating (disturbo da alimentazione incontrollato) e l’obesità.
Il fattore psicologico è determinante rispetto all’eziologia di questi disturbi ma anche i fattori biologici e sociali sembrano pesare notevolmente. Non si può infatti trascurare l’influenza dell’attuale società, esageratamente centrata sull’apparire, sulla forma fisica e su modelli corporei irreali.
Tale fenomeno clinico è sottostimato, si tende a sottovalutare l’alto rischio di recidiva e la conseguente cronicizzazione del disturbo. Sono pertanto sempre più necessari interventi di prevenzione e di diagnosi precoce tesi a sensibilizzare i più giovani ad una sana alimentazione e ad uno stile alimentare corretto. Al momento, questo sembrerebbe essere l’unico modo per arrestare il vertiginoso incremento della percentuale di giovani affetti da disturbi del comportamento alimentare.

Noi, gli emo.

Dott.ssa Giorgia Aloisio



-          Ciao zi’…
-          Guarda come sei cambiata… t’avevo lasciata così… [mostra una fotografia] … e sei diventata così… Ma come sei diventata?
-          So’ diventata emo

Chi ha visto il divertente film di Carlo Verdone Io Loro e Lara (2010) sicuramente ricorderà questo spassoso 'scontro' generazionale. In realtà, dovremmo precisare che la cosiddetta ‘cultura emo’ è nata circa trent’anni prima del film, negli anni ’80, negli Stati Uniti (nello specifico, a Washington D.C.). I giovani emo (pronuncia: /ˈiːmoʊ/), ragazzi di solito tra i 15 e i 20 anni di età, si caratterizzano per i capelli corvini, più o meno lunghi, lisci e con una frangia asimmetrica davanti agli occhi, un trucco scuro tendente al nero con scarpe da ginnastica e altri accessori (che spesso raffigurano teschi o croci) dello stesso colore; un abbigliamento da ‘skater’, quindi jeans aderenti, cintura borchiata. 

Gli emo derivano il loro nome proprio dal genere musicale emo (che fa parte del punk rock) il quale, a propria volta, rappresenta l’abbreviazione del termne ‘emotional’ (emotivo). 

Bill Kaulitz dei Tokio Hotel

Appaio, dunque sono: chi è emo lo è anche nel modo di sentire, pensare, fare. Molto diffusi tra questi ragazzi sono gesti insoliti e anticonvenzionali come piangere davanti agli altri (aspetto emotivo di questa tendenza), baciare persone dello stesso sesso, procurarsi tagli con lamette da rasoio. Così come i dark e altre modalità diffuse nel mondo giovanile, anche gli emo mostrano una certa ‘attrazione’ per il macabro e il tema della morte: l’abitudine di tagliarsi o tagliuzzarsi per far uscire una certa quantità sangue è una modalità molto diffusa tra loro, così come lo è tra le persone con diagnosi di area borderline: questi gesti autolesionistici, se da un lato sembrano in qualche modo ‘sedare’ l’ansia o l’angoscia che tali individui provano e farli sentire 'vivi', dall’altro sono comportamenti che colpiscono fortemente chi sta loro accanto e potrebbero essere interpretati come una più o meno celata e maldestra richiesta d’aiuto.


Come ogni moda giovanile (o meglio, adolescenziale) che si rispetti, l’individuo cerca di portare l’attenzione degli adulti su di sé per poi negarlo, un modo per dichiarare una netta separazione dal mondo infantile ma anche una messa in discussione di quello adulto. Nulla di insolito né di nuovo, dal momento che ci troviamo di fronte ad un comportamento dei teenager di oggi che, come quelli di ieri, nuotano in mille incertezze, tra cambiamenti psicofisici, paura del nuovo, desiderio di affermazione, nel tentativo di esprimere in forme più o meno condivise questo uragano 'emo-zionale'.